Chiesa di Santa Cecilia, via Santa Cecilia

Chiesa di Santa Cecilia (M. Del Rosso, Comune di Pisa)
Chiesa di Santa Cecilia (M. Del Rosso, Comune di Pisa)
La chiesa di Santa Cecilia fu fondata dai monaci camaldolesi di San Michele in Borgo nel 1103, ma nei documenti è ricordata come parrocchia a partire dal 1199. Nel XIV e XV secolo furono aggiunti vari altari interni, due degli originali furono distrutti durante i bombardamenti della II guerra mondiale, insieme a tutta la parete nord. La chiesa è stata quindi ricostruita. La facciata è a capanna, il basamento in pietra e la parte superiore in laterizio, decorata con bacini ceramici. La particolarità della chiesa è il campanile sospeso del 1236 (a Pisa ne troviamo uno anche nella chiesa di San Francesco qui vicina): due lati del campanile poggiano su una colonna all’interno della chiesa e gli altri due all’angolo della facciata.
I bacini ceramici: ben 26 delle chiese di Pisa erano decorate con bacini ceramici che in totale sono 668, di cui 117 decoravano la chiesa di Santa Cecilia (proto maioliche pugliese e siciliane, maioliche arcaiche pisane, sgobbiate savonesi). Tutti i bacini ceramici originali ancora esistenti vennero rimossi negli anni ’70 del secolo scorso per evitare furti o danni e sono oggi conservati al museo di San Matteo. I pochi che ancora scorgiamo in alcune di queste chiese sono dunque delle copie. Gli originali sono datati dalla seconda metà del X secolo, fino al XVII. I primi arrivarono dal Nord Africa a partire dal X secolo, ma ce ne sono anche di manifattura egizia (ceramica smaltata decorata a lustro metallico), spagnola (ceramica smaltata policroma), siciliana (invetriata policroma), bizantina (ingobbiate e graffite), tunisina ( a cobalto e manganese su smalto bianco), andalusa e marocchina… A partire dal XIII secolo si riscontra un’ampia documentazione anche delle produzioni locali. Estratta l’argilla, si depurava unendola all’acqua in vasche di decantazione, dove i corpi più pesanti scendevano a fondo. L’argilla ottenuta si bagnava ancora e si pestava coi piedi prima di procedere alla produzione dell’oggetto. Attraverso stampi o direttamente al tornio, si creava la forma del bacino, che veniva fatto essiccare e poi cotto nella fornace. La sua porosità scompariva una volta immerso nello smalto; il bacino veniva poi nuovamente cotto. La colorazione dei nostri bacini ceramici si otteneva con colori formati da ossidi metallici, come lo stagno per il bianco o il cobalto per il blu, tipico delle zone di San Minato. Sul prodotto finale si dipingeva poi la forma meglio gradita o più inerente al luogo della sua affissione: figure umane a mezzo busto, animali (quadrupedi, pesci, uccelli), emblemi araldici, imbarcazioni, motivi geometrici o di ispirazione vegetale…
I DUE BORGHI 3
60m
Vicolo Del Tinti, 13 p. 2 e p. 3
Recapito 327 9404785
I DUE BORGHI
60m
Vicolo Del Tinti, 13 p. 1
Recapito 349 6002348
IACONA MARIA
70m
Via Renato Fucini, 4
Recapito 050 580647
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90m
del Poschi, 15 - p.3
Recapito 329 8586716
OSTERIA LA GROTTA
30m
Via S. Francesco, 103
Recapito 050 578105
LA CLESSIDRA
60m
Via Santa Cecilia, 34
Recapito 050 540160
OSTERIA DI CULEGNA
60m
Via Renato Fucini, 10
Recapito 050 576426
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